Scopriamo quali sono le opportunità di transizione ecologica che si possono aprire per un’azienda che sceglie di intraprendere un processo di certificazione ambientale
Ecologia e ambiente sono due temi molto importanti e in cui negli ultimi anni si è iniziato a parlare frequentemente. Proprio per questo molte persone, e quindi consumatori, hanno iniziato a puntare all’acquisto di prodotti ecologici presso aziende che hanno a cuore il benessere del Pianeta Terra.
La parola d’ordine è sostenibilità. In poche parole, produrre beni e servizi, che non lascino un’impronta peggiorativa sull’ambiente, lungo tutta la loro vita.
Questo è anche uno degli obiettivi che è stato prefissato dalla Comunità Europea fissano nel programma Next Generation EU, che potrai approfondirle visitando questa pagina.
Nell’articolo vogliamo approfondire meglio l’argomento e andare a scoprire non solo quali sono le certificazioni ambientali maggiormente richieste ma anche come queste rappresentino un’importante opportunità per la transazione ecologica di un’azienda.
Che cosa sono le certificazioni ambientali?
Le certificazioni ambientali rappresentano delle attestazioni, che certificano l’impegno di una determinata azienda rispetto a determinati standard o norme di certificazione ambientale.
Sono attestati che un’azienda o un ente sceglie di volere su base volontaria e di farne richiesta all’organizzazione di verifica, un Ente terzo accreditato al rilascio di tali attestazioni.
Queste certificazioni aziendali determinano perciò che l’azienda o il prodotto in questione rispetta determinati parametri che possiamo definire etici che possono essere relativi al ciclo di vita di un prodotto, al processo produttivo di un prodotto, o alla formazione di un servizio che non vanno ad impattare o impattano in modo lieve l’ecosistema della Terra.
Quindi parliamo di aziende che scelgono volontariamente di ridurre il loro impatto sull’ambiente, garantiscono un miglioramento dei processi produttivi e si impegnano nel prevenire l’inquinamento.
Cosa succede quando un’azienda le ottiene?
Ottenere queste certificazione permette all’azienda di:
- Avviare un processo per ridurre l’impatto sull’inquinamento ambientale.
- Aprirsi ad altri mercati, che fino ad ora la escludevano.
- Conquistare quei consumatori molto attenti all’ambiente e che prediligono aziende che facciano lo stesso.
- Migliorare la loro immagine sul territorio nazionale e internazionale.
- Si riduce il rischio di ripercussioni negative sull’immagine aziendale dovute ad una finta pubblicità, o ad altre strategie di marketing volute a nascondere alcuni difetti aziendali: questo preciso processo si chiama Greenwashing;
- Accesso a bando pubblici;
- Velocizzazione dei processi di qualifica;
- Miglioramento della gestione delle emergenze ambientali;
- Protezione amministrativa del datore di lavoro dell’organizzazione in ambito di L231.
Certificazioni volontarie
Quando parliamo di ambiente ci troviamo di fronte a due grandi categorie di certificazioni ambientali, da una parte ci imbattiamo in quelle obbligatorie per legge e dall’altra in quelle che risultano essere facoltative. A tal proposito nell’articolo di oggi andremo a scoprire quelle su base volontaria e non obbligatorie per legge. Per le certificazioni volontarie ci imbattiamo in 3 filoni differenti:
Etichettatura e dichiarazione ambientale
Queste attestazioni, definiscono qualità ambientali specifiche di un prodotto e la loro dichiarazione definita dai produttori:
- Etichette ambientali. Tipo I-Iso 14024, questo gruppo di certificazioni sono sviluppate su base scientifica e prevedono il rispetto di determinati valori per il consumo di energia, di materiali, per la produzione di rifiuti e molto altri.
- Autodichiarazioni ambientali.Tipo II – ISP 14021, questo gruppo prevede il rispetto dell’azienda di specifici requisiti sui contenuti e le informazioni che l’azienda effettua al consumatore. Non deve mai trattarsi perciò di pubblicità ingannevole. È un’autodichiarazione quindi in questo caso non vi sono enti terzi che controllano il rispetto dei requisiti;
- Dichiarazioni ambientali di prodotto. ISO Tipo III – ISO 14025, queste certificazioni si basano su analisi eseguite al Ciclo di vita di un prodotto.
Certificazioni ambientali di sistema
La seconda classe si rifà a norme e standard di certificazione aziendale, in questo caso il focus sarà la gestione aziendale e non il prodotto, le più importanti sono:
- Certificazione ISO 1400. La madre delle certificazioni ambientali aziendali. Questa definisce i requisiti dei sistemi di gestione ambientali. Adottando i principi basati sul rischio, e del miglioramento aziendale, PDCA, permetterà di ottenere delle fondamenta solide di gestione ambientale;
- Certificazione EMAS. Questa attestazione ambientale, definisce il sistema di ecogestione ambientale, e definisce le modalità di registrazione ambientale, secondo il Reg CE 1221/2009, che deve effettuare un’organizzazione, nell’ambito di un sistema di gestione ambientale;
- Certificazione ISO 5000. Completamento ‘energentico’ della norma vista sopra. Infatti la norma ha un focus per i sistemi di gestione per l’energia.
Le norme ambientali viste sopra, oltre che definire una struttura organizzativa di gestione dei requisiti obbligatori applicabili sull’ambiente, rispetto al contesto dell’organizzazione, vista la medesima struttura, permettono una semplice integrazione con altre norme di certificazione più comuni.
Infatti, la struttura di ‘Alto Livello’ strutturata su 10 punti, è la medesima anche per norme quali: qualità, ISO 9001, salute e sicurezza sul lavoro, ISO 45001, sicurezza alimentare, ISO 22000, sicurezza dati ed informazione, ISO 27001.
Aspetto molto importante per le organizzazioni che adottino più norme e standard di certificazione, in un sistema di gestione integrato.
Certificazioni ambientali sull’impronta ambientale
In questo caso le attestazioni si basano sulla valutazione dell’impronta ambientale di un determinato prodotto:
- Certificazione LCA. LCA è l’acronimo di Life Cycle Assessment è uno strumento che va a monitorare e analizzare l’impatto ambientale che ha un prodotto e il suo processo produttivo in ogni fase della sua vita. Dalla sua progettazione allo smaltimento. Chi ha scelto di rendere i suoi processi produttivi sostenibili può sfruttare questa certificazione a suo vantaggio;
- Certificazione PEF. Molto simile a quella precedente, la Product Environmental Footprint, però si basa su una metodologia di valutazione riconosciuta dal legislatore comunitario rispetto ai Product Environmental Footprint Category Rules, categorie di prodotti;
- Certificazione Ecolabel. È una delle certificazioni ambientali più conosciute essendo il marchio europeo registrato che identifica la qualità ecologica di 26 categorie di beni e servizi. Viene utilizzata seguendo i parametri del regolamento CE 66/2010 e può essere richiesta solo dagli stati membri dell’UE e solo se si offrono prodotti e servizi che hanno un basso impatto ambientale;
- Certificazione Carbon Foot Print. La certificazione che attesta il calcolo e le attività effettuate dall’organizzazione in merito all’impronta dei gas serra rilasciati nell’ambiente per la produzione di un bene o un servizio;
- Certificazione Water Foot Print La certificazione, sorella della precedente, che invece, si occupa dei ‘consumi ed utilizzi’ delle acque.
Altre certificazioni importanti per la sostenibilità
Pensare però, che regolamenti, norme e standard, prettamente del mondo ambientali, possono essere coerentemente adottate da tutte le organizzazioni, è solamente pura filosofia. Ed è per questo che vi sono tutta una serie di standard, che presentano un focus più settoriale. Tra cui:
- Certificazioni Ittiche. Attestazioni che si rifanno a standard privati del settore alimentare, quali Global Gap Acquacolture, Friend Of The Sea, Marine Stewardship Council, Aquaculture Stewardship council, nei loro requisiti richiedono il rispetto dei pilastri della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, oltre che la definizione di una catena di custodia sui prodotti;
- Certificazione Global Gap. Standard privato del settore alimentare, riconosciuto dal GFSI, Global Food safety initiative, che non si riferisce solamente al settore dell’acquacoltura, ma, e soprattutto, al settore ortofrutticolo. Come abbiamo visto sopra l’intendo è il rispetto, nel settore primario del pilastro ambientale e socio economico, oltre che i requisiti di sicurezza, qualità e legalità alimentare;
- Certificazione GMP+. Simile al precedente, si applica alle aziende del settore primario cerealicolo e mangimistico;
- Certificazione FSC. Forest Stewardship Council, in questo caso standard privato che si occupa della sostenibilità nella filiera dei prodotti del legno, definendo anche una Chain of Custody, CoC, tra produttori primari, trasformatori, ed utilizzatori;
- Certificazione UTZ Rainforest. La certificazione per la sostenibilità sociale, economica, ambientale della filiera del caffè, cacao, thè;
- Certificazione Fairtrade. Certificazione per il commercio equo sociale;
- Sistemi Nazionali Qualità. Sistemi di qualità nazionale riconosciuti, come per esempio, SNQPI, in ambito agricolo, SCQZI, zootecnico ed acquacoltura, dono sono definiti requisiti di sostenibilità economica, sociale ed ambientale;
- Made Green in Italy. Riconoscimenti che si basano sugli studi PEF, promossi dal Ministero dell’Ambiente e della Transizione Ecologica;
- Certificazione ISCC. Certificazione, che definisce i requisiti di sostenibili aziendale, sulle catene degli scarti, per favorire il passaggio nei confronti dell’economia circolare.
Quali opportunità si aprono nella transazione ecologica di un’azienda?
Grazie alle certificazioni aziendali un’azienda può avviare e dimostrare il suo processo di transazione ecologica andando a sfruttare dei modelli già testati su vari livelli e che garantiscono il risultato desiderato. Ci sono inoltre diversi incentivi che sono stati messi in campo anche dal governo italiano per le aziende che vogliono abbracciare la transazione ecologico e vogliono apportare un reale cambiamento nel mondo. Progetti ed incentivi che possono essere visionati visitando il sito Italiadomani.gov.
Oggi il dibattito ambientale è un dibattito centrale questo perché sono sempre di più le persone attente all’inquinamento, all’utilizzo di risorse, alla crisi climatica. La transazione ecologica diventa perciò un processo spontaneo che molte aziende stanno abbracciando volutamente.
L’obiettivo è sicuramente un impegno maggiore verso la tutela del Pianeta e quindi viene impiegato in tanti settori diversi dall’impiego di risorse alla sostenibilità ambientale, all’inquinamento. È un tema che sta molto a cuore ai cittadini, a livello mondiale che vogliono contrastare la crisi climatica e vogliono tutelare l’ambiente. Ma l’opportunità per un’organizzazione, non sarà solamente quella di essere meno impattante, infatti dietro a questo cambiamento, oltre che ridurre i costi e gli sprechi, si favorirà la nascita di nuove economie verdi.
Quindi un’azienda oltre a trovare dei sistemi di cambiamento già testati e funzionanti si apre anche verso nuovi mercati non solo italiani ma anche esteri, attraendo un numero sempre più alto di consumatori che è attento a questo argomento.
Il mondo ambientale, come abbiamo potuto leggere in questo articolo è molto vasto. Per approfondire le tematiche e per avere un’idea dei passi da compiere in questo senso, ti segnaliamo una utile guida sulla certificazione ambientale ISO 14001, quella dalla quale dovresti avviare il processo di rivoluzione verde, che puoi trovare cliccando sul link che trovi di seguito: www.sistemieconsulenze.it/certificazione-iso-14001/.